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Il lavatoio pubblico nell'Ottocento

 
lavatoio

La nostra cittadina possiede ancora tracce degli antichi lavatoi pubblici: un tempo, come molti hanno dimenticato, si lavavano i panni in luoghi deputati, dove si allestivano piccoli edifici ove si raccogliesse l'acqua necessaria entro grandi vasche dotate di ampie sponde per insaponare e smacchiare adeguatamente lenzuola e biancheria varia.
Nel febbraio 1836 l'amministrazione di Chieri provvide a deliberare la costruzione di un pubblico lavatoio, dandone comunicazione alle autorità provinciali. La somma destinata era di lire 5.000,contenta dalla scelta di realizzare il tetto in coppi anziché in "lose" di pietra. Il progettista fu individuato nell'ingegnere del genio civile Petrino. L'impresa costruttrice era quella del capomastro Lautier, che dovette anche realizzare anche un muro di protezione. La costruzione si trovava sulla via Maestra (via Vittorio Emanuele), ma in posizione attualmente non esattamente definibile (presumibilmente tra via Vittorio e l'attuale piazza Dante, dove effettivamente scorre il rio interno (affettuosamente definito "Rio Merdero") e nel mese di agosto si registrano alcuni mandati di pagamento. La spesa complessiva ascendeva a lire7.514,84. Verso la fine di settembre si rilevò che gli scavi producevano un'insolita fuoriuscita d'acqua, che la perizia del misuratore Richery descrisse alle autorità, le quali decisero di effettuare un "pilotamento" del muro del lavatoio, cioè la costruzione di "pilotis", pilastri opportunamente piantati a rinforzo del manufatto.


Una dettagliata relazione del 28 marzo 1837 dell'ingegner Petrino rilevava che la vasca del lavatoio si trovava troppo a livello rispetto alle acque del torrente, che la riempivano di limo troppo sovente,e suggeriva alcune variazioni progettuali, anzi una vera ricostruzione del manufatto. La relazione era corredata di apposito chiaro disegno acquerellato. Nei mesi successivi venivano, quindi, eseguiti alcuni lavori, utili a rendere funzionale il lavatoio: tali lavori sono dettagliatamente documentati in una delle prestazioni eseguite, lista settimana per settimana. I materiali furono inviati dall'artigiano Giuseppe Belli; ci restano averi ricevute dei pagamenti ai fornitori, come Stefano Orano, muratore a capo di una piccola "dinastia" attiva fino alla metà del Novecento nella nostra città.
A quanto pare le opere furono eseguite e le lavandaie cominciarono ad utilizzare il lavatoio, che evidentemente costituiva un notevole progresso per la cittadina. Segnaliamo che altri due pubblici lavatoio furono realizzati a Chieri, l'uno a ridosso del Bastione del Nuovo, a breve distanza dal monumento alla Croce Rossa in viale Fasano, di cui praticamente non sussistono tracce; l'altro vicino alla Porta del Murè (o Porta Garibaldi), oggi piuttosto male in arnese, a ridosso di una deposito di materiale edilizio.

 
 

Scheda tecnica

  • Segnatura archivistica: categoria X, LP 526
  • Segnatura originaria: cartella n. 23, fascicolo 0, nn. 1-4
  • Datazione: 1824-1843
  • Titolo nell'inventario: "Stagni-fossati. Lavatojo pubblico"  
  • Forma: fascicolo
  • Consistenza: carte sciolte e fascicoletto rilegato
  • Edizione: nessuna edizione
  • Restauri: non restaurato
  • Mostre: nessuna esposizione
 
 

E-mail: archivio@comune.chieri.to.it
Tel. 011.9428404