Nella folta serie delle pratiche edilizie antiche scopriamo un disegno che chiarisce la natura di un edificio a molti noto, ma ormai del tutto scollegato rispetto alla sua storia.
Oggi è sede di una società assicurativa, ma in passato era una sede secondaria delle officine meccaniche Gambino, sita in via Roma.

La sede storica conosciuta da molti è nel vasto complesso di Porta Garibaldi o porta del Murè, certo inattiva da una quindicina di anni, ma ancora “profumata” dei prodotti che ne hanno diffuso la celebrità.

Per ogni dove, infatti, troviamo i tini dei Fratelli Gambino, che fieramente recano la dicitura “Chieri” e contribuiscono alla fama della nostra cittaduzza.
Ebbene, nel 1927 la ditta, che produceva materiale di ogni tipo destinato alla viticoltura e alla vinificazione ebbe modo di edificare una sede secondaria posta sua via Roma, l’antica strada di Picchio.

Con istanza firmata dai Fratelli Gambino, si chiedeva di poter costruire un non meglio precisato “fabbricato”, evidentemente a uso di manifattura.
Sorse, così, un edificio di evidente orizzontalità, non privo di una certa dignità formale, proprio a fianco del monumentale Cedro della stazione ferroviaria.

L’edificio funzionò per alcuni decenni, fino alla sua completa demolizione, avvenuta negli anni Duemila.

Tuttavia, per ragioni legate a una notevole sensibilità per il patrimonio storico cittadino, formatasi negli ultimi trent’anni, ne venne subito riproposta la ricostruzione con forme molto simili all’originale, restituendo all’angolo la sua facies ormai storicizzata.
Non che un edificio contemporaneo non possa conquistarsi l’unanime apprezzamento, ma in questo caso la ricomparsa del fabbricato, accompagnata da una simpatica aiuola sempre ben curata, ci rende più amabile quel tratto della via.