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Molti sanno che a Chieri sono esistite decine di chiese edificate nel periodo tra il 1000 e il 1900: molte sono giunte fino ai nostri tempi, parecchie sono state demolite. Ricordiamo, dunque, che a Chieri a fianco della grande chiesa dei Predicatori esistette una piccola chiesa, eretta nel secolo XVI, dedicata a San Rocco, officiata e mantenuta a cura della Confraternita della SS. Trinità.
La chiesa era sede di un voto della cittadinanza fatto in occasione della pestilenza del 1599 e per questo era stata dotata di un dipinto su tela di Guglielmo Caccia (il Moncalvo) raffigurante l’Incoronazione di Maria da parte della SS. Trinità, mentre ai piedi erano inginocchiati i Santi Giorgio, Guglielmo (tradizionali santi protettori di Chieri), Sebastiano e Rocco. Quest’ultimo era invocato contro le malattie pestilenziali: nella nota iconografia ha la coscia scoperta deturpata dal tipico bubbone degli appestati.
Verso il 1790 la Confraternita era decisa ad ampliare la chiesa, edificando un locale attiguo sul lato sinistro: per far ciò dovette acquisire il permesso del consiglio comunale per occupare un terreno di proprietà pubblica.
Il Comune riporta, in allegato al verbale della seduta consiliare relativa, il disegno del perito, architetto Giuseppe Michele Vay, che stimò la superficie da cedere e mise in evidenza la collocazione della chiesa nel contesto urbano. Nel disegno, di carattere ufficiale ogni elemento utile viene indicata nel dettaglio: i confini delle proprietà, il sito da cedere alla Confraternita, la sua superficie.
La chiesa fu, dunque, ampliata e per l’occasione si chiese ad un altro architetto, Mario Ludovico Quarini, di progettare una nuova facciata, che includesse il fabbricato aggiunto: l’idea progettuale ci è nota grazie a quattro disegni conservati nel Museo civico di arte antica e Palazzo Madama di Torino e nella Collezione Simeom di Torino: due per la facciata, due per la pianta.
Per la facciata, l’architetto chierese propose due ipotesi. Una consta di un prospetto orizzontale, classicheggiante, sormontato da frontone e candelabre: non aveva solo un intento estetico, ma doveva serrare in una morsa i due fabbricati per assicurare loro maggiore tenuta statica (il fabbricato aggiunto risulta più stretto).
Una seconda idea risultava più articolata, con un solenne fastigio. Sappiamo, però, che la facciata non venne mai costruita, dato che un disegno di Clemente Rovere del 1840 testimonia un prospetto semplice.
La chiesa venne demolita tra il 1845 e il 1846 (lo prova un documento esistente nell’archivio della Confraternita del SS. Nome di Gesù) pera allargare la strada. La Confraternita della Trinità si stabilì nella chiesa di Santa Margherita e si estinse verso il 1940; la pala del Moncalvo venne collocata nella chiesa di San Bernardino, alla quale il vescovo di Torino aggiunse il titolo di San Rocco: colà ancora la si ammira, sormontata dallo stemma della città.
Segnatura archivistica: articolo 58, paragrafo 2, volume
Data: 1791, aprile 29
Autore: architetto Giuseppe Michele Vay
Titolo: Tipo rappresentante la chiesa della veneranda Confraternita dellaTrinità eretta in S. Rocco, con sito attiguo, che intende lamedesima Confraternita occupare, posta nel recinto di questa città,quartiere Gialdo
Forma: inchiostro e acquerello su carta
Lingua: italiano
Restauri: nessun restauro
Mostre: nessuna esposizione
Riferimenti ad altri documenti:
1.Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, D 1600
2.Musei civici di Torino, Disegni di architettura, III-2
3.Musei civici di Torino, Disegni di architettura, III-4
4.Musei civici di Torino, Disegni di architettura, IV-183
Bibliografia: MOCCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini e le sue opere,in “Atti e rassegna tecnica della Società degli ingegneri e degliarchitetti in Torino, 12 (1958), pp. 153-194
A.CAVALLARI MURAT, Antologiamonumentale di Chieri ,Torino 1968, pp. 134-135
E-mail: archivio@comune.chieri.to.it
Tel. 011.9428404