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sai fischiare johanna

Sai fischiare, Johanna?
Ulf Sark

Vincitore del Premio Andersen 2018 come miglior libro 6/9 anni

Già pubblicato nel 1997 da Piemme, torna un incantevole racconto lungo di Ulf Stark, questa volta nella collana “I Miniborei” in cui Iperborea si propone di tradurre testi classici e non, testi di alta qualità dalla letteratura nordica, riproponendo la stessa cura editoriale e l’eleganza grafica che da sempre contraddistinguono la casa editrice. Il testo trova un nuovo respiro sulla pagina grazie al formato e si fa misura perfetta per essere messo tra le mani di lettori dai sette anni, coetanei dei protagonisti.
Ulf e Berra infatti fanno quattordici anni in due e si stanno dondolando su un’altalena fatta in casa – un’asse e un bidone – quando germoglia un’idea: trovare un nonno per Berra, che faccia esattamente tutte le cose interessanti di quello di Ulf (offrire il caffé, mangiare piedini in gelatina, regalare denaro al nipote). E siccome quando si ha un piano va messo in atto in fretta – Ulf pare essere un esperto – eccolo accompagnare l’amico alla locale casa di riposo e spingerlo dentro una stanza per adottarne Nils, l’anziano occupante. La magia dell’incontro e del riconoscimento è un attimo: si somigliano tanto, ciascuno con un cerotto sul mento, che non possono non cominciare a comportarsi da parenti: Berra viene presentato agli ospiti del ricovero e tutti ammirano la somiglianza fisica col nonno, le visite si susseguono quasi quotidianamente, Nils insegna come si fischia e come si fa un aquilone col foulard di seta della moglie perduta e in cambio riceve una festa di compleanno a sorpresa che celebra il suo ricordo d’infanzia migliore: rubare le ciliegie dall’albero. Va via veloce la storia, perché il tempo è poco: Nils muore qualche settimana dopo, ma resta quel che è stato, quel che lui ha saputo insegnare (il felice fischiettare di Berra sotto gli occhi orgogliosi di Ulf) e la cura che il piccolo ha avuto nei sui confronti. Una storia un poco folle come sovente lo sono quelle di Stark, ricca di grazia nel dire la vita e di inattesi momenti comici, a cui fanno da contrappunto le rotonde illustrazioni di Landström.

Una storia che si può leggere ad alta voce, lieve come la carezza che Nils fa al nipote, come è la vita quando le si sorride nel vento, mentre la seta dell’aquilone vola alta.

Recensione di Caterina Ramonda